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Api a Torino, il miele di beeozanam nato tra i palazzi

beeozanam

 

La città e la campagna, due mondi che sono sempre parsi antitetici oggi non sembrano più così lontani. Vi avevamo parlato degli orti urbani a Torino, questa settimana vi raccontiamo un’altra realtà che sta prendendo piede e conquistando spazi di natura tra il cemento: l’apicoltura urbana e il mondo delle api a Torino.
In Italia esiste una vera e propria rete di “impollinatori cittadini” e, a Torino, gli apicoltori urbani si raccolgono sotto il nome di Pollinators, Viaggiapiccoli ha visitato uno dei soggetti aderenti a questa rivoluzionaria comunità che, in barba a tutti i pregiudizi, vuole dimostrare che il “miele nato tra i palazzi” è buono e fa bene all’ambiente: beeozanam.

apicultore

Api Torino, cos’è beeozanam e com’è nato?

beeozanam si trova nella periferia nord di Torino, all’incrocio tra i quartieri Madonna di Campagna e Borgo Vittoria, rimasti ai margini delle grandi trasformazioni urbane degli ultimi venti anni.

Qui un tempo si trovava l’Opificio Simbi, complesso industriale realizzato tra il 1938 e il 1941 dall’ architetto bulgaro Nicolaj Diulgheroff (1901-1982), unico esempio di architettura futurista a Torino. Dopo la sua dismissione negli anni ’70 del ‘900, l’edificio viene trasformato in ostello per studenti operai e alla fine degli anni ’80 i locali sono riconsegnati al Comune e affidati a diversi enti del terzo settore.

Una storia lunga e travagliata che finalmente dal 2016 sembra avere una direzione grazie alle 5 associazioni che costituiscono Beezonam: la cooperativa Meeting Service che gestisce il ristorante Le Fonderie Ozanam, l’associazione Minollo con il centro giovani Alkadia, lo European Research Institute onlus (Eri) che si occupa di progettazione europea nei settori del sociale, dell’ambiente e della comunicazione, l’associazione Pigmenti che promuove attività artistiche ed eventi legati al muralismo urbano e, in ultimo, OrtiAlti, un’associazione che si occupa della divulgazione, ricerca e sperimentazione di pratiche di agricoltura urbana, riuso dello spazio urbano e partecipazione dei cittadini nella cura e rigenerazione della città, alla quale si deve il bellissimo orto sul tetto del ristorante che fornisce oltre, ad ortaggi per lo stesso, anche nutrimento per 3 arnie di api che vivono lì accanto.

Torino, l’ apiario urbano e la sua importanza

Che le api siano essenziali per l’umanità è un dato di fatto. Grazie al loro compito di insetti impollinatori, le piante posso riprodursi e svolgere il loro fondamentale compito di produttrici di ossigeno. Nelle grandi città, affamate di aria pulita, il loro compito diventa quindi fondamentale.

Tempo fa era vietato l’allevamento delle api in ambito cittadino, ora in tante parti del mondo l’apicoltura urbana è considerata una pratica da tutelare ed incentivare. La comunità italiana però si è spinta oltre, creando una ‘rete di reti’ che aderiscono ad un manifesto, unico al mondo, in cui vivere l’apicoltura urbana attraverso percorsi coerenti con un’ idea di rispetto del benessere animale che vede nelle api e gli impollinatori uno strumento per educare, includere, migliorare e sensibilizzare la nostra vita in città.

orti beeozanam

Ed è seguendo proprio questa filosofia che sul tetto di beeozanam sono state posizionate 3 arnie che ospitano circa 100’000 e producono nella stagione tra maggio e ottobre oltre 100 kg di miele! Loris, il proprietario delle Fonderie, ci spiega che a breve creerà una linea dolciaria tutta a base del prezioso nettare e verranno tenuti corsi di formazione per i cittadini interessati a scoprire il mondo laborioso di questi insetti.

Api torino, ma il miele di città è buono?

Contrariamente a quanto si possa immaginare, il miele urbano non ha alcun rischio per la salute.

Nonostante gli alti livelli d’inquinamento da P.M.10 e metalli pesanti che avvolgono le nostre città, le analisi chimiche dei campioni di miele prodotti in ambito urbano non presentano livelli di inquinanti tali da pregiudicarne il consumo.

Il rischio più alto è invece determinato da alcune pratiche apistiche utilizzate dagli apicoltori con l’introduzione di sostanze chimiche che si legano alle matrici dell’alveare e che determinano il vero inquinamento del miele.

Da qui l’importanza di incrementare le arnie e soprattutto il “corridoio delle api a Torino”, un progetto che ha preso il via dall’idea di una maestra del piccolo paese di Fiano (To) e che ha un grande obbiettivo: creare “un’autostrada verde” per questi insetti impollinatori.

Non si tratta, ovviamente, di una vera autostrada, ma di un percorso fatto da piccoli habitat accoglienti, giardini pubblici e privati, pensato per facilitare l’attraversamento dei paesi del nostro territorio agli insetti impollinatori, mettendo a disposizione alveari, stazioni di sosta e aree verdi dove nutrirsi e trovare riparo.

Ognuno di noi può contribuire per aiutare le api in modi molto semplici e diretti ad esempio piantando fiori autoctoni per loro appetitosi, e non contaminarli con pesticidi. Non c’è bisogno di grandi spazi, anche sul proprio balcone o terrazzo si può creare un pitstop accogliente per questi insetti così importanti.

L’orto sul tetto

L’importanza di un ambiente consono all’impollinazione è un tema caro alle associazioni che compongono Beeozanam e per favorirlo il più possibile, Orti Alti, una delle cinque che lo gestiscono, ha realizzato un orto proprio sulla medesima terrazza  in cui si trovano le arnie.

OrtiAlti trasforma i tetti piani in tetti verdi coltivati a orto.

Un tetto piano trasformato in giardino aumenta di oltre il 15% il valore dell’edificio su cui si realizza; lo isola, riducendo del 10-30% il suo consumo energetico; permette di controllare il flusso dell’acqua piovana assorbendone oltre il 35%. Contribuisce a ridurre l’effetto delle isole di calore urbano e le emissioni di CO2 e a mitigare l’inquinamento acustico urbano.

Un tetto verde inoltre può essere coltivato a orto, può produrre grandi quantità di vegetali freschi tutto l’anno per i suoi abitanti e si possono riciclare i rifiuti domestici trasformandoli in compost. Ma può essere molto di più!

Gli OrtiAlti sono soprattutto spazi collettivi, per tutti. Anziani, giovani e bambini che abitano o utilizzano l’edificio possono incontrarsi sull’orto, curarlo insieme, condividere esperienze e saperi, scambiare prodotti e organizzare attività culturali e ricreative. Grazie all’orto, il tetto diventa uno spazio urbano vissuto, un nuovo luogo di socialità aperto alla comunità.

«Il tema dell’orto alto è quello di uno spazio co-progettato anche dalle persone che poi se ne prenderanno cura – spiega l’architetto Elena Carmagnani –. Porta inoltre enormi benefici all’ambiente, perché permette di abbassare il fenomeno delle isole di calore, trattenere l’acqua piovana, gestire il tema dei fenomeni alluvionali, nonché riportare la biodiversità in città», come per esempio le api, ospitate nelle arnie sul tetto.

  • Dove: Via Foligno 14 Torino
  • Informazioni: info@beeozanam.com

 

Leggi anche la nostra visita agli orti urbani di Torino

 

Author: Elena Marcon

Elena Marcon, amante del buon cibo e dal buon vino e mamma di Arturo. Organizzatrice seriale di gite e viaggi  

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